La Juventus, come fa da sempre il Manchester City, in estate si è
scatenata sul calciomercato spendendo forse più del dovuto. Ma i conti
rischiano di non tornare.
Il Manchester City,
è ormai cosa risaputa, ogni estate si diverte a mettere a segno il
botto mediatico. E, soprattutto nell'ultima sessione estiva, il club
allenato da Manuel Pellegrini s'è divertito a piazzare una serie di colpi significativi, sfociati nell'acquisto degli acquisti: Kevin De Bruyne.
Al Wolfsburg, società che ha avuto il merito di rilanciare il talento belga dopo la non proficua esperienza al Chelsea, sono finiti ben 74 milioni di euro, cifra che fa capire la differenza – in termini di investimenti – tra Serie A e Premier League. Eppure, però, i Citizens non sono mai contenti e, infatti, solitamente si divertono ad acquistare solo per il gusto di farlo.
Eliaquim Mangala, per esempio, è approdato oltremanica dal Porto a fronte di un corrispettivo di 40 milioni; rapina a mano armata. E anche l'investimento effettuato su Raheem Sterling dal Liverpool – 69 milioni – appare oggettivamente eccessivo. Ma forse, valutando i parametri nostrani, la nostra può sembrare becera gelosia.
Il Manchester City in Europa spaventa le avversarie, al momento, solo sul mercato. Anche Claudio Marchisio, nella conferenza stampa di vigilia, ha sottolineato come gli inglesi non siano riusciti a fare grande strada in Champions League; pur avendo speso tanti soldi. Sacrosanta verità.
A Torino, centellinando oculatamente le risorse, nella passata stagione hanno sfiorato il grande trionfo, perdendo la finale di Berlino contro un Barcellona quasi perfetto. Quindi, senza tanti giri di parole, non sempre gli arrivi di grido si rivelano proficui per centrare successi in campo europeo. La Juventus ha compreso perfettamente il concetto, in corso Galileo Ferraris misurano chirurgicamente ogni passo, buttandosi sulle migliori occasioni disponibili nelle varie sessioni.
Attenzione, tuttavia, a generalizzare. Nel capoluogo piemontese, pur cedendo Arturo Vidal per 40 milioni complessivi al Bayern Monaco, hanno deciso rivoluzionare l'organico mettendo mano al portafoglio. Paulo Dybala: 32 milioni più 8 di bonus. Alex Sandro: 26 milioni. Mario Mandzukic: 19 milioni più 2 di bonus. Hernanes: 11 milioni più 2 di bonus. Simone Zaza: 18 milioni (dopo averne ricevuti nella stagione precedente 7,5 dal Sassuolo).
La Juventus, dunque, può essere considerata – con le dovute proporzioni – il Manchester City del Belpaese. Valutando quanto sinora proposto da alcuni neo arrivati in quel di Vinovo, inoltre, anche la sensazione di spreco risulta essere piuttosto lampante. Nulla di definitivo a fine novembre, sicuramente, ma indubitabilmente indicativo del momento.
A differenza dei dirigenti del Manchester City, Beppe Marotta e Fabio Paratici non si possono permettere il lusso di sbagliare. Le finanze non lo permettono. Quando sei costretto ad indovinare le mosse sempre e costantemente, inoltre, aumenta sensibilmente la pressione. Ma gli ultimi quattro anni dimostrano come il gruppo dirigenziale bianconero sia altamente competente e, di conseguenza, a lungo termine gli ottimi risultati dovrebbero arrivare.
Spendere è sempre sintomo di solidità economica e, complice l'ottimo cammino conseguito nei mesi scorsi in Champions League, la Juventus è riuscita a centrare una missione di primo piano: bilancio in utile dopo sei anni.
Questa sera, giustappunto, la sfida si preannuncia particolarmente intrigante. Club che hanno sfruttato l'ultima sessione per consolidare (Manchester City) e rinnovare (Juventus). Ambedue, e qui il confine tra incompetenza e legge dei grandi numeri può essere sottile, non sono riuscite a quadrare completamente il cerchio e, a tal proposito, solamente il tempo chiarirà la bontà di determinate scelte.
Il Manchester City,
è ormai cosa risaputa, ogni estate si diverte a mettere a segno il
botto mediatico. E, soprattutto nell'ultima sessione estiva, il club
allenato da Manuel Pellegrini s'è divertito a piazzare una serie di colpi significativi, sfociati nell'acquisto degli acquisti: Kevin De Bruyne.Al Wolfsburg, società che ha avuto il merito di rilanciare il talento belga dopo la non proficua esperienza al Chelsea, sono finiti ben 74 milioni di euro, cifra che fa capire la differenza – in termini di investimenti – tra Serie A e Premier League. Eppure, però, i Citizens non sono mai contenti e, infatti, solitamente si divertono ad acquistare solo per il gusto di farlo.
Eliaquim Mangala, per esempio, è approdato oltremanica dal Porto a fronte di un corrispettivo di 40 milioni; rapina a mano armata. E anche l'investimento effettuato su Raheem Sterling dal Liverpool – 69 milioni – appare oggettivamente eccessivo. Ma forse, valutando i parametri nostrani, la nostra può sembrare becera gelosia.
Il Manchester City in Europa spaventa le avversarie, al momento, solo sul mercato. Anche Claudio Marchisio, nella conferenza stampa di vigilia, ha sottolineato come gli inglesi non siano riusciti a fare grande strada in Champions League; pur avendo speso tanti soldi. Sacrosanta verità.
A Torino, centellinando oculatamente le risorse, nella passata stagione hanno sfiorato il grande trionfo, perdendo la finale di Berlino contro un Barcellona quasi perfetto. Quindi, senza tanti giri di parole, non sempre gli arrivi di grido si rivelano proficui per centrare successi in campo europeo. La Juventus ha compreso perfettamente il concetto, in corso Galileo Ferraris misurano chirurgicamente ogni passo, buttandosi sulle migliori occasioni disponibili nelle varie sessioni.
Attenzione, tuttavia, a generalizzare. Nel capoluogo piemontese, pur cedendo Arturo Vidal per 40 milioni complessivi al Bayern Monaco, hanno deciso rivoluzionare l'organico mettendo mano al portafoglio. Paulo Dybala: 32 milioni più 8 di bonus. Alex Sandro: 26 milioni. Mario Mandzukic: 19 milioni più 2 di bonus. Hernanes: 11 milioni più 2 di bonus. Simone Zaza: 18 milioni (dopo averne ricevuti nella stagione precedente 7,5 dal Sassuolo).
La Juventus, dunque, può essere considerata – con le dovute proporzioni – il Manchester City del Belpaese. Valutando quanto sinora proposto da alcuni neo arrivati in quel di Vinovo, inoltre, anche la sensazione di spreco risulta essere piuttosto lampante. Nulla di definitivo a fine novembre, sicuramente, ma indubitabilmente indicativo del momento.
A differenza dei dirigenti del Manchester City, Beppe Marotta e Fabio Paratici non si possono permettere il lusso di sbagliare. Le finanze non lo permettono. Quando sei costretto ad indovinare le mosse sempre e costantemente, inoltre, aumenta sensibilmente la pressione. Ma gli ultimi quattro anni dimostrano come il gruppo dirigenziale bianconero sia altamente competente e, di conseguenza, a lungo termine gli ottimi risultati dovrebbero arrivare.
Spendere è sempre sintomo di solidità economica e, complice l'ottimo cammino conseguito nei mesi scorsi in Champions League, la Juventus è riuscita a centrare una missione di primo piano: bilancio in utile dopo sei anni.
Questa sera, giustappunto, la sfida si preannuncia particolarmente intrigante. Club che hanno sfruttato l'ultima sessione per consolidare (Manchester City) e rinnovare (Juventus). Ambedue, e qui il confine tra incompetenza e legge dei grandi numeri può essere sottile, non sono riuscite a quadrare completamente il cerchio e, a tal proposito, solamente il tempo chiarirà la bontà di determinate scelte.
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