NOTIZIE

Juve-Fiorentina 3-1, Allegri vince la sesta di fila: ora è quarto.

 

Botta e risposta Ilicic-Cuadrado nei primi 6 minuti, poi un gol del croato a 10 minuti dal termine e un'altra magia di Dybala allungano la striscia di successi dei bianconeri e li portano al quarto posto

Sembravano tutti iscritti al club Domizzi, quello di chi, suo malgrado, fa un favore all’Inter. Invece no, la Juve non ci sta: saluta i “soci” Roma, Napoli e Fiorentina e dopo 80’ di sgasate ingrana la sesta. Sei vittorie di fila, -2 dal secondo posto. Attenti, forse abbiamo parlato per mesi di novità e ora ci ritroviamo al solito vecchio duello Inter-Juve, con i Mancio-boys a fare da lepre, e i bianconeri da temuta muta di cani. Piuttosto motivata, stile bava alla bocca. Nella domenica delle sfidanti viene fuori la squadra di Allegri: se quella di Cuadrado è la zazzera vincente dell’ex, la firma sul match è di Mandzukic, all’ennesima volenterosa scivolata, e soprattutto di Paulo Dybala, imprendibile per tutti i 90’.  

VIOLA SPUNTATA — Dopo sei gare utili crolla la Viola di Paulo Sousa, che si conferma squadra dalla chiara identità tattica e capace di stare in campo, ma che stasera crea troppo poco: merito anche di una difesa, quella bianconera, tornata muro come ai tempi belli. Barzagli-Bonucci-Chiellini erano secondi, nella classifica dei tiri concessi agli avversari: meno di loro solo la Fiorentina. Stasera, probabilmente, il sorpasso. Solida dietro, con tante armi davanti, con potenzialità di crescita in mezzo: questa Juve può far paura.
I GOL — All’inizio e alla fine. I tifosi dello Juventus Stadium non fanno nemmeno in tempo a sedersi, dopo l’ingresso delle squadre in campo, che hanno già visto due gol. La Viola parte a mille, come spesso le succede, e al primo affondo di Bernardeschi trova il rigore. Il numero 10 entra in area in velocità, contatto con la gamba di Chiellini, in ritardo, e va giù in area. Orsato nicchia, forse pensa alla simulazione, Damato, arbitro di porta, lo consiglia: rigore. Ilicic non sbaglia, trasformando il settimo penalty per la Fiorentina (primato in Italia). Può essere una mazzata per la Juve, invece al secondo affondo fa centro anche lei. Evra, più che intraprendente sulla sinistra (anche in seguito), arriva indisturbato al cross. Sul secondo palo Cuadrado di testa probabilmente prova a far la torre. Di sicuro si aspetta quello Tatarusanu, che così è ingannato dalla palombella che finisce in rete. Poi, nel primo tempo, vanno più vicini al raddoppio i bianconeri, grazie a uno scatenato Dybala. Non è un caso che i due gol della ripresa passino dai suoi piedi: al 35’ Pogba lo lancia nello spazio, lui trova il colpo sotto: Tatarusanu stoppa ma la palla resta, Mandzukic è il più veloce, in scivolata da bomber vero. Il 3-1 nel recupero è un premio personale, oltre che un distillata di gioco nello stretto, con portiere superato e palla depositata in rete.
ARMI JUVE — Quei due, Mario e Paulo, sbloccano un pareggio che col passare dei minuti pareva sempre più pieno di rimpianti per la Juve, dopo l’equilibrio iniziale. Due squadre messe in campo quasi specularmente, anche se il 4-2-3-1 viola tende più verso il centro e crea spesso una superiorità in mezzo, che affiora, a tratti, in un possesso palla bello da vedere (specialità della casa). Allegri sull’altro fronte ha scelto Evra e Cuadrado come esterni. Paradossalmente, vanno forte proprio nei presunti punti deboli: il francese affonda, il colombiano si applica con profitto in difesa. In mezzo quello che soffre di più è il rientrante Khedira, che ha la mobilità dell’ultimo Pirlo, ma senza avere i suoi lampi. Ci si attende che accenda la luce Pogba, ma il francese è tanto voglioso di piazzare la giocata quanto impreciso. Almeno fino al filtrante per Dybala, che dà il via al 2-1. Il miglior attacco del campionato (30 gol)? Kalinic ne vede poche e ne prende tante, Ilicic e Borja non scardinano le strutture difensive bianconere, come era successo con l’Inter. Sempre secondi, ma il “sorpasso mentale” forse è già avvenuto.

 

________________________________________

Napoli, Sarri: "Supremazia assoluta, e quell'infortunio al guardalinee..."

Il tecnico azzurro dopo lo 0-0 con la Roma: "Abbiamo creato 6 o 7 occasioni da gol contro le zero dei nostri avversari. Il gol annullato a De Rossi? C'era comunque fallo di Iturbe"

Dopo il pari casalingo contro la Roma il tecnico azzurro non sembra avere molto da rimproverare alla sua squadra. "È stata una partita a senso unico, una delle nostre migliori prestazioni stagionale. La supremazia del Napoli è stata evidente: nella boxe avremmo vinto nemmeno ai punti, ma addirittura perché l'avversario avrebbe gettato la spugna - spiega Sarri -. La Roma ha fatto una prestazione difensiva migliore di quelle che fa di solito, e anche per questo è stato difficile dare ritmo, soprattutto nel primo tempo. All'inizio abbiamo insistito troppo sulle fasce quando forse c'erano più sbocchi centralmente, dove Higuain si è mosso poco. Pipita stanco? Poteva fare qualcosa di più anche se la squadra l'ha lasciato un po' troppo solo". Poi una considerazione sull'infortunio del guardalinee nel corso del primo tempo: "È stato un episodio che ci ha danneggiato: abbiamo perso 3 o 4 minuti in un momento in cui l'inerzia della gara era dalla nostra parte, peccato". Infine Sarri dice la sua gol annullato a De Rossi nel secondo tempo: "Il pallone sembra uscito ma la certezza non ci può essere, mentre certo è il fallo di Iturbe che non permette ad Albiol di saltare, quindi la rete sarebbe stata comunque da annullare".

senza rimpianti — "Ce l'abbiamo messa tutta cercando davvero in ogni modo di portare a casa questi tre punti: meritavamo di vincere ma la palla oggi non è voluta entrare. Abbiamo avuto tante occasioni ma non siamo stati fortunati. Dispiace per il risultato perché abbiamo fatto un'ottima prestazione dominando una squadra che lotta per lo scudetto: volevamo questo successo, peccato». Così ha invece parlato al termine di Napoli-Roma il capitano degli azzurri Marek Hamsik. "Non pensiamo alla classifica ma affrontiamo partita dopo partita. Siamo felici della nostra prestazione e gli applausi con cui ci hanno salutato i nostri tifosi a fine match dicono già molto; ripeto, è mancato soltanto il gol. Comunque questo pareggio non cambia praticamente nulla perché siamo ancora a più di venti gare dal termine del campionato", ha aggiunto il centrocampista slovacco.



________________________________________________________________________________

Milan-Verona 1-1: non basta Bacca, Toni fa gol su rigore, espulso De Jong 

Bacca illude, ma De Jong si fa espellere e regala un rigore che Toni trasforma. Dopo lo 0-0 in casa del Carpi, i rossoneri frenano anche con l'ultima in classifica. E San Siro fischia

Come farsi del male da soli. Il Milan si getta via ancora una volta - e ormai non fa più notizia -, suicidandosi con De Jong che, dopo il vantaggio di Bacca, provoca un rigore e si fa espellere. Due punti nelle due partite contro la penultima e l’ultima della classe, con un solo gol fatto. L’involuzione adesso è totale e completa. Della squadra vista a Roma con la Lazio e in casa con la Samp non troppi giorni fa, non c’è più traccia. Il Verona ringrazia e, pur non riuscendo a cancellare lo zero dalla colonna delle vittorie stagionali, si porta a casa un punto che dà conforto col solito Toni, giunto alla nona rete contro il Milan. I guai rossoneri sono totali: non solo di classifica - viaggiando a questi ritmi contro le squadre più in basso è impensabile arrivare in Europa (come ha chiesto Galliani anche ieri nel prepartita) - ma anche per l’allenatore. Ora la posizione di Mihajlovic torna a farsi molto pericolosa e sarà vitale il dentro-fuori di Coppa Italia a Genova con la Samp giovedì prossimo.  


a sprazzi — Il tecnico rossonero ha confermato il 4-4-2, ormai sistema di riferimento, con due novità rispetto alla scialba prestazione col Carpi: dentro De Jong, rispolverato dopo due mesi di assenza fra panchine e problemi fisici, e Niang arretrato sulla linea di centrocampo a discapito di Cerci. In avanti, fiducia alla coppia Bacca-Luiz Adriano, che non si esibiva dal primo minuto da un’eternità (4 ottobre). Il Verona, che prosegue la caccia al primo successo in campionato, ha provato inutilmente ad affidarsi ai trascorsi beneauguranti di Delneri, che a San Siro ci ha già vinto tre volte con tre squadre diverse. Il primo tempo si è chiuso sotto gli abbondanti fischi di San Siro (con la Curva Sud che ha proseguito l’ormai cronica contestazione contro la società e ha affollato - si fa per dire - il settore senza striscioni e bandiere, a parte quella dedicata a Baresi). Malumore generato ovviamente dall’assenza di gol, ma anche di gioco.

Il Milan, come molto spesso gli è accaduto lungo la stagione, è riuscito ad accendersi soltanto a sprazzi, senza riuscire a dare continuità alla manovra. Tutto questo nonostante un avversario con evidenti limiti offensivi (Toni è quasi commovente per impegno e combattività, ma non ha compagni con cui dialogare), ma che nonostante tutto ha tenuto spesso il pallone fra i piedi. Come nei primi dieci minuti ad esempio, possesso palla sterile ma utile a tenere basso il Milan. Poi, ovviamente, è venuta fuori la differenza di tasso tecnico, anche se ai rossoneri non è bastato per scardinare la partita. E così prima ha sprecato Niang, con un destro a lato da ottima posizione, poi ci ha provato Bonaventura al volo, quindi Luiz Adriano di controbalzo, fino al magnifico tacco smarcante di Bacca in area per Bonaventura, che ha concluso sul corpo di Gollini a tu per tu col portiere gialloblù. Errore grave, come quelli in fase di costruzione di Montolivo, fischiato dal Meazza. Inutile anche un gol di Luiz Adriano, che l’ha messa dentro a gioco già fermo per un fuorigioco inesistente di Bacca.

rosso e rigore — Insomma, troppo poco contro l’ultima in classifica. La ripresa è iniziata con un altro strattone rossonero, che ha portato al vantaggio: Niang per Luiz Adriano, che ha liberato Bacca davanti a Gollini. Il colombiano fa centro e pare liberare tutti dalle angosce. Macché. Passano solo quattro minuti e De Jong combina il peggiore dei pasticci, spingendo Greco che si trovava davanti a Donnarumma. Rosso e rigore, che Toni realizza. A quel punto Mihajlovic toglie Luiz Adriano e inserisce Kucka, per evitare guai peggiori. Il Milan prova a riorganizzarsi, ma è un 4-4-1 che non punge e gioca sui nervi, più che sulla logica. Buono l’ingresso di Bertolacci (due azioni molto pericolose), ma poco altro da segnalare sulla sponda rossonera, anche se Bonaventura protesta giustamente per un rigore non concesso nel finale. Tifosi sul piede di guerra ancora una volta: insulti ai giocatori e inviti ripetuti a Galliani di cedere gli incarichi. Tutto molto tristemente già visto.

 

 







_______________________________________________________________________________

Juventus-Fiorentina è un derby croato: Mandzukic contro Kalinic per lo scettro

 Mandzukic contro Kalinic sarà il piatto forte di Juventus-Fiorentina: i due attaccanti croati giocheranno il loro derby personale nella notte dello Stadium.


Ormai 28enne Kalinic (li compie il 5 gennaio prossimo), quasi 30enne Mandzukic (compleanno il 21 maggio), le carriere dei due “rivali” si sono intrecciate soprattutto in nazionale, visto che hanno esordito praticamente in contemporanea (nel 2007 il centravanti della Juve, l'anno dopo quello della Fiorentina). Se il viola ha dato il meglio nelle nazionali giovanili, il bianconero si fregia addirittura di un titolo di capocannoniere nell’Europeo del 2012 (ok, erano solo 3 goal e il gradino più alto del podio era affollato, ma la statistica non fa distinzioni). Come dicevamo, però, è Kalinic ad aver avuto un impatto devastante sulla Serie A e non il collega più “rinomato”. Sono 9 le presenze da titolare e 9 le reti realizzate dall’ex Dnipro, solo 3 quelle invece messe a segno dall’ex Bayern nello stesso numero di partite in cui è stato schierato da titolare. Anche considerando le frazioni di gara, la statistica di Kalinic rimane impressionante: 1 goal ogni 109’.

Non solo goal per il viola, però, che si è anche conquistato due rigori e ha dispensato un assist vincente. Insomma, ad oggi, Kalinic batte Mandzukic 3-0.Tecnica, ma anche fisico dicevamo: solo 3 centimetri dividono i due colossi, 190 a referto per Mandzukic, 187 per Kalinic. Il viola, però, è attaccante più raffinato, di manovra, più mobile, mentre il bianconero dà il meglio come stoccatore, come rapace dell'area di rigore.

Nessun commento:

Posta un commento